È passato un po' di tempo…

Questo articolo potrebbe contenere informazioni interessanti ma non più correntemente aggiornate.

Quest’oggi voglio parlare del #digitaldivide della mia esperienza personale con il divario, con il ritardo digitale che ci si trascina dietro ormai da un ventennio. 🇮🇹

Così spesso ci si ritrova ad essere digital derisi piucché digital divisi, perché le prese per i fondelli sono numbrose. Viene da sorridere quando si sente parlare di digitalizzazione in Italia, banda ultra larga / larga / stretta … Così ad inizio pandemia è riemerso l’annoso problema del divario digitale? 😁 Un problema dalle origini lontane che affonda le sue radici nell’epoca delle prime privatizzazioni e i primi lanci di monetine. Mentre nel presente proseguono gli investimenti nelle tecnologie wireless e nelle fibre volanti, non si può fare a meno di guardare al passato, anche piuttosto recente del divario digitale all’italiana. Oggi siamo governati da coloro che volevano il diritto ad essere interconnessi in costituzione, ma bisogna ricordare che gli attuali investimenti pubblici nella tanto agognata fibra ottica, la mano pubblica nelle microtrincee e nei traballanti pali, risale più o meno all’epoca renziana.

Questo Paese nasce a 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10 velocità, basti pensare che una società di nome Fastweb esiste dal lontano 1998, dalla bellezza di 22 anni! Dei pazzi che scavavano in città per posare delle fibre ottiche. L’Umbria, da cui provengo, nel suo piccolo è pioniera nei collegamenti internet veloci senza fili, uno dei primi operatori wireless “AriADSL” nacque proprio in queste terre nel 2004, sospinto da investimenti arabi. Arriva la pandemia e c’è il digital divide, con numerosi operatori di telecomunicazione, antenne, offerte, trincee, proclami, come ciò è possibile? 🤨

La mia esperienza con il divario digitale

Una delle prime tecnologie che provai per ottenere una connessione più veloce e dignitosa è il GPRS, nel lontanissimo 2003 🐢 niente a che vedere con le velocità dei collegamenti internet mobile odierni. All’epoca i collegamenti 56K e ISDN andavano ancora per la maggiore e la costosa ed ambita ADSL era offerta in tagli da 256-512-640 sempre se non si era sotto mux. Sembrava infatti che l’Italia fosse disseminata di congegni atti a risparmiare e multiplexare ottenendo più linee telefoniche ed ostacolando i collegamenti internet in ADSL. Alcuni ricorrevano anche al satellite che richiedeva un collegamento ISDN per l’uplink, oggi questi collegamenti sono bidirezionali nella Banda Ku con velocità più vicine alle tradizionali, ma il ritardo del collegamento satellitare più elevato, così come la differenza nelle condizioni e costi di utilizzo lo relegano tuttora ad alternativa ultima.

Ebbi la possibilità di avere un collegamento ADSL nel 2007, all’epoca esisteva un progetto della vecchia Telecom chiamato “Progetto ADD Anti Digital Divide”, consisteva nella misericordiosa connessione della centrale telefonica più vicina con coppie di rame che consentivano una velocità di connessione pari a 800/100 Kbps, al costo di una normale connessione e per gentilissima concessione dell’operatore telefonico. Dicevano: zone rurali, scarsa commerciabilità, semaforo rosso, e via dicendo. Una linea lentissima … … … … alla fine la staccai e mi arrangiai con il 3G che dava comunque buoni risultati.

Nel 2013 mi decisi a fare qualcosa per ottenere un collegamento migliore, più al passo con i tempi e scrissi a vari operatori wireless operanti in zona. C’erano almeno 4-5 operatori wireless nel territorio, 2 con partecipazione pubblica: UmbriaInRete, ICT Valle Umbra Servizi, 2 nazionali: Linkem e Telecom Italia, 1 da fuori regione mi pare reatino, 1 da fuori provincia mi pare ternano con WiFi; e stava arrivando anche l’operatore nazionale NGI Eolo. Il problema con il wireless di quei tempi è che bisognava essere coperti al 101%, avvenendo i collegamenti prevalentemente con antenne direttive punto-punto. Fui contattato da ICT Vus e mi offrirono un collegamento internet wireless. Considerate che l’installazione di un collegamento wireless dei tempi costava sui 200-300 Euro e costava anche come mantenimento più di un collegamento internet tradizionale. Quella tecnologia wireless risentiva sensibilmente degli agenti atmosferici, spesso con la pioggia il collegamento saltava, e una volta si ruppe anche l’antenna in comodato che mi venne sostituita. Inoltre la velocità di connessione con numerosi nodi internet non era paragonabile con una connessione internet tradizionale. La tenni per 1 anno e poi la tolsi perché non era una connessione internet abbastanza stabile.

Così provai a rientrare in Telecom, siamo al 2013 e una delle centrali telefoniche più vicine è finalmente operante a velocità normali, non quella da cui sono servito io però. Tento la fortuna e chiedo ai tecnici, tecnici Telecom originali, quelli con il pandino rosso 🚙 di farmi la cortesia di allacciare la linea alla centrale buona. Ciò avviene e nel 2014 ottengo un collegamento internet di 4/1 Mbps. 3 anni di tempo e la linea comincia a usurarsi, problemi con temporali, con le piogge, e stacco tutto. Adesso navigo con il 4G e me lo faccio bastare. Verso fine anno 2020 è arrivata da queste parti la fibra ottica, non sembra essere collaudata e ultimata. Meglio che non mi esprima sul come è avvenuta la conoscenza con la relativamente nuova tecnologia, se il buon giorno si vede dal mattino non è un buongiorno.

Ma non voglio essere precipitoso su giudizi.


Il ritardo sul digitale e sulla cablatura in fibra del Paese resta comunque abissale. Non si può essere in ritardo di 20 anni e parlare di digitalizzazioni e trasformazioni digitali senza un minimo vergognarsi.

Di digital derisioni ne sono avvenute molte, come non ricordare ad esempio il progetto partorito dall’Autority adibita al controllo AGCOM, denominato “Misura Internet”? Progetto che ad oggi non viene considerato più nemmeno dagli stessi operatori.

Restano i semafori 🚥

Quindi si continua ad investire sul wireless (pubblico o privato che sia) e a far passare la fibra volante su dei pali che stentano a rimanere in piedi, potrebbero impegnarsi quel tantino in più e decidersi ad interrarla? Il mese scorso, il 14 gennaio 2021, hanno adoperato persino un elicottero per piantare una antenna di internet veloce nel Monte Coscerno, qui vicino. Possibile che dei lavori per il wireless procedano più spediti che dei lavori per la cablatura in fibra? Mi sembra però strano che quando arriva la pandemia o un’altra disgrazia si parli improvvisamente di divario digitale, con così tanti investimenti e operatori di telecomunicazioni, non c’è un collegamento internet che funzioni?

Forse il solito nocciolo, la mancanza di conoscenza del problema?
Comunque per saperne di più, c’è un apposito sito dove poter seguire passo-passo coperture e come spendono i denari in connessioni di internet veloci: https://bandaultralarga.italia.it